Negli ultimi anni, l’espressione “fast fashion” è diventata di uso comune per indicare una moda a basso costo, caratterizzata da una produzione rapida e dalla costante introduzione di nuove collezioni. In questo settore, un dominatore assoluto è emerso: l’azienda cinese Shein, che è riuscita a conquistare addirittura il 50% del mercato globale. Ma cosa si nasconde dietro l’improvviso successo di questa impresa?

La Storia di Shein

La storia di Shein è raccontata in dettaglio da Milena Gabanelli in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. Fondata nel 2008 dall’imprenditore Chris Xu, l’azienda ha visto una crescita vertiginosa, arrivando a fatturare 10 miliardi di dollari nel 2020 e a valere oggi oltre 60 miliardi di dollari. Shein ha rivoluzionato il settore del fast fashion sfruttando un sistema avanzato di algoritmi e analisi dati che permette di rilevare le tendenze in evoluzione in tempo reale. Questo le consente di produrre nuovi modelli in appena dieci giorni, un ritmo che nessun’altra azienda riesce a mantenere. Con oltre 6.000 nuovi prodotti caricati ogni giorno, Shein ha imposto nuovi standard nel mercato della moda.

Lati Oscuri di un Successo

Dietro il successo di Shein, però, si celano numerosi lati oscuri che non possono essere ignorati. Gabanelli mette in luce alcuni degli aspetti più problematici di questo modello di business.

  1. Condizioni di Lavoro: La rapida produzione e il basso costo dei prodotti di Shein sollevano preoccupazioni riguardo alle condizioni di lavoro nelle fabbriche dove questi vengono realizzati. Sono emerse diverse segnalazioni di operai costretti a lavorare per lunghe ore con salari minimi e in condizioni precarie.
  2. Sostenibilità Ambientale: La produzione massiccia e veloce di abbigliamento comporta un enorme impatto ambientale. La moda fast fashion è una delle industrie più inquinanti al mondo, e Shein, con il suo modello di business basato sulla continua creazione di nuovi prodotti, contribuisce in modo significativo all’inquinamento e al consumo di risorse naturali.
  3. Qualità dei Prodotti: I prodotti venduti a prezzi molto bassi sollevano dubbi sulla loro qualità e durabilità. Abbigliamenti di scarsa qualità hanno una vita breve, contribuendo così al problema dei rifiuti tessili che riempiono le discariche di tutto il mondo.
  4. Violazioni di Proprietà Intellettuale: Shein è stata più volte accusata di copiare design da marchi indipendenti e stilisti emergenti, approfittando della loro creatività senza fornire alcun compenso o riconoscimento.

La Critica di Milena Gabanelli

Milena Gabanelli, nel suo articolo, sottolinea come il modello di business di Shein rappresenti un pericolo per il futuro della moda sostenibile e etica. La sua denuncia si basa non solo sulla preoccupazione per l’ambiente, ma anche sull’urgente necessità di migliorare le condizioni di lavoro e di garantire una competizione leale nel settore della moda.

Shein ha saputo utilizzare in modo innovativo le tecnologie per rivoluzionare il mercato, ma il costo umano e ambientale di questa rivoluzione è troppo alto. La crescita dell’azienda cinese, se non accompagnata da un cambiamento significativo nelle sue pratiche, rischia di consolidare un modello di consumo insostenibile.

Conclusione

Il fenomeno Shein ci obbliga a riflettere sul prezzo reale della moda a basso costo. Mentre i consumatori beneficiano di abbigliamento accessibile e alla moda, le conseguenze negative di questo modello di business sono troppo gravi per essere ignorate. La denuncia di Milena Gabanelli ci invita a considerare con maggiore attenzione l’origine dei nostri vestiti e a cercare alternative più sostenibili e etiche. La speranza è che una maggiore consapevolezza possa portare a un cambiamento positivo nel settore della moda globale.

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